La lingua bugiarda. Possono le parole nascondere i pensieri?

La lingua bugiarda. Possono le parole nascondere i pensieri?

Possono le parole nascondere i pensieri? E' da questo interrogativo che Weinrich parte per indagare il rapporto di adeguatezza che sempre si pone fra il linguaggio e il pensiero. La sua risposta è un'arringa contro una diffusa tradizione pessimistica e in difesa della "verità della lingua", in difesa dell'innocenza delle singole parole. E via via che la sua argomentazione procede, si scopre una fitta trama di rapporti che lega questo discorso alla filosofia e alla teologia classiche, alla retorica, alla critica letteraria. Con la raffinatezza di stile e l'ironia che gli sono consuete, l'autore si muove fra Shakespeare e Goldoni, Platone e Wittgenstein, Hitler e Eichmann per approdare infine alla conclusione che no, le parole non mentono: i segni linguistici sono fatti sia per il bene che per il male, e dunque l'inganno non è nella lingua, ma sempre nell'uso che se ne fa.
Momentaneamente non ordinabile

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

Cross-cultural encounters. Linguistic perspectives
Cross-cultural encounters. Linguistic pe...

Marina Bondi Paganelli, Nick Maxwell
Semiotica ai media
Semiotica ai media

Massimo A., Bonfantini
Magistro nostro. Per i cento anni di Giuliano Bonfante
Magistro nostro. Per i cento anni di Giu...

Vittoria Dolcetti Corazza, Mario Enrietti, Sandra Bosco Coletsos
La grammatica dell'italiano. Comparazioni e descrizioni dei codici linguistici
La grammatica dell'italiano. Comparazion...

Ritamaria Bucciarelli, Rita M. Bucciarelli