L'Italia e la politica internazionale 2006
Questa nuova edizione dell'annuario dello IAI e dell'ISPI, la settima, ha per oggetto le vicende politiche ed economiche del 2005: anno in cui il sistema politico internazionale è stato ancora dominato dal conflitto iracheno e dal terrorismo, fenomeni che hanno avuto importanti riflessi nei rapporti transatlantici e nelle relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti, con momenti di tensione subito rientrati. La prima parte del volume è dedicata alla situazione politica generale, e mette in evidenza come il clima di insicurezza non sia diminuito: il pericolo di proliferazione nucleare si è aggravato in seguito al fallimento della conferenza di riesame del Tnp; i tentativi di riforma delle Nazioni Unite sono naufragati; grandi disastri naturali hanno colpito vaste zone del mondo, ponendo il problema di individuare meccanismi di intervento efficaci e coordinati. In tutto questo, la politica estera italiana, nella sua natura di politica di confine, continua ad essere condizionata dall'evoluzione della congiuntura internazionale e dalle dinamiche di politica interna. L'Unione europea, ai cui processi di rinnovamento è dedicata la seconda parte del volume, rimane al centro dell'attenzione. Difatti, nonostante lo stallo del Trattato costituzionale, che ha invitato a riflettere sul processo di allargamento, la difesa europea sembra progredire. La terza parte è invece dedicata all'economia: si rileva che la crescita è ripartita, ma rimangono forti squilibri: il 'fenomeno Cina' e la politica aggressiva di conquista dei mercati rischiano di creare nuovi protezionismi. I Paesi Ue, che hanno collezionato crescenti disavanzi e aumento del debito pubblico, hanno dovuto riformare il Patto di Stabilità e Crescita, nella speranza, tutta da verificare, che una maggiore influenza della politica possa far ripartire il volano dell'economia. In chiusura del volume si analizzano aree interessate dall'instabilità del sistema internazionale: all'arco tradizionale delle crisi (Israele, Palestina, Afghanistan e Iraq) sono ora da aggiungere i cambiamenti e le tensioni nell'Europa centro-orientale.
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