I greci hanno creduto ai loro miti?
Il volume racconta la storia di alcune di queste "verità" nel contesto di quel pensiero greco in cui i moderni hanno riconosciuto la nascita della storia, della ragione, della scienza. Veyne ritiene che la "verità" sia l'effetto mutevole del variare dei rapporti di potere e degli interessi: nessuna "verità" è migliore o più giusta di altre, è semplicemente incommensurabile con le precedenti o le successive perché i suoi orizzonti sono cambiati e ancora cambieranno. E più proficuo allora indagare il "programma di verità" della cultura greca: è quanto fa Veyne, attingendo a Platone, Aristotele, Pausania, Cicerone, Eusebio.
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