La vita della mente
"La vita della mente" non è solo l'ultimo libro della Arendt ma il coronamento finale della sua 'vita activa'; rimasto incompiuto, il libro avrebbe dovuto comporsi di tre parti, di cui restano le prime due e un abbozzo della terza. La prima, dedicata al Pensare, si domanda dove si trovi l'io che pensa, quali siano il suo spazio e il suo tempo, concludendone che esso si pone tra il passato e il futuro, tra la memoria del non più e l'attesa del non ancora. Qui, nel presente del Pensare, talvolta l'angelo della storia ferma il suo incedere, e ci fa essere liberi. Ed è proprio alla libertà che è dedicata la seconda parte del volume, quella che studia una nozione sconosciuta agli antichi greci: il Volere. Infatti, solo il cristianesimo si pose il problema di come conciliare la fede in un Dio onnipotente con le esigenze del libero arbitrio - nodo poi ereditato dall'epoca moderna, sia che la volontà si scontrasse con la legge di causalità, sia che ci si sforzasse di farla convivere con le leggi della storia.
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