Il potere, lo stato, la libertà. La gracile costituzione della società libera

Il potere, lo stato, la libertà. La gracile costituzione della società libera

Quali sono le cause che rendono la società libera, nelle sue rare incarnazioni storiche, così poco libera? Perché la libertà è sempre molto più frenata, limitata, mutilata, compressa di quanto auspicato a suo tempo dai padri del liberalismo classico? Se un regime di libertà richiede che la coercizione sia ridotta al minimo - solo quella necessaria perché la mia libertà non venga da me usata per interferire con la libertà di un altro - per quali motivi questa condizione non è mai stata davvero realizzata né ha molte probabilità di realizzarsi in futuro? La politica è molto meno addomesticabile di quanto il pensiero liberale abbia per lungo tempo dato per scontato. E quegli argini che dovevano tenerla a bada, a salvaguardia della libertà degli individui - come il mercato, la legge, il pluralismo sociale, la divisione del potere - sono strutturalmente fragili, sottoposti alla pressione e alla erosione esercitate dalla competizione per il potere e dai conflitti di identità, di cui la politica si nutre. L'insicurezza generata dalle minacce di violenza, come pure dalle lotte per le condizioni materiali di vita e per lo status, crea i presupposti di uno scambio fra obbedienza e protezione da cui dipende l'indispensabilità del potere politico, e pone vincoli insuperabili alla libertà individuale. A partire dai quesiti classici della filosofia politica, affrontati con gli strumenti analitici delle scienze sociali, Panebianco esamina in questo libro le ragioni delle promesse non mantenute della dottrina liberale, esplorando i meccanismi, le circostanze e le trappole politiche che contribuiscono a rendere così ampia la distanza fra libertà promessa e libertà realizzata.
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