La donazione di Costantino
La donazione di Costantino è uno dei falsi più famosi della storia occidentale. Il testo fu composto a metà dell'VIII secolo, proprio mentre nel cuore dell'Italia nasceva lo Stato della Chiesa. Presentato come l'atto con cui l'imperatore avrebbe concesso a papa Silvestro e ai suoi successori Roma, l'Italia e l'Occidente, il documento servì più tardi a sostenere l'espansione territoriale della Chiesa romana, che si contaminò con il potere ma conquistò una reale autonomia. Dapprima poco utilizzata, poi invocata dai papi e avversata da molti, la donazione divenne obiettivo di critiche crescenti - emblematica quella di Dante - finché ne fu dimostrata la falsità da Niccolò Cusano e Lorenzo Valla. In età moderna il dibattito sul testo, brandito contro Roma dai protestanti e poi dagli anticlericali, finì per innescare una discussione più ampia sul potere temporale dei papi e in definitiva sul rapporto tra religione e politica. Questione italiana per eccellenza, la storia della donazione di Costantino non solo implica e chiarisce aspetti centrali dell'identità culturale del paese dove risiede il 'romano pontefice', ma rimanda a problemi importanti, relativi sia alla tradizione occidentale sia al rapporto dell'Occidente con le altre culture del mondo. Le vicende narrate costituiscono anche una chiave d'accesso per meglio comprendere natura e significato del potere papale nel mondo di oggi.
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