Giornalismi. Media e giornalisti in Italia
Pensare il giornalismo al singolare è oggi anacronistico anche in Italia. I giornalismi sono ormai differenti per stili, vocazioni, mezzi, processi produttivi, profili professionali e pubblico di riferimento. Il mutamento s'è innescato circa trent'anni fa, quando i giornali (e più tardi le televisioni) sono divenuti vere e proprie imprese: attività economiche in buona parte attive e sostanzialmente indipendenti. Al centro del processo di trasformazione stanno situazioni e personaggi diversissimi tra loro: Eugenio Scalfari e "la Repubblica", un modello di giornalismo che ha fatto scuola; Silvio Berlusconi con la creazione del mercato pubblicitario televisivo, prima ancora che con i contenuti delle sue tv; la svolta radicale del giornalismo on line (da Repubblica.it a RaiNews 24, da e.biscom ai blog). In questo quadro come si configura il rapporto tra mezzi d'informazione e opinione pubblica? Basta davvero controllare l'informazione televisiva per orientare le opinioni degli italiani? Forse occorre guardare a come il flusso dell'informazione continua e multimediale (stampa, radio, tv, internet, cellulari) cambi tutte le carte in tavola.
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