Stranieri in città. Presenza tedesca e società urbana a Trento (secoli XV-XVIII)
Chi attraversasse la porzione nord-orientale della città di Trento, tra Quattrocento e Seicento, ricavava la forte impressione di trovarsi nel mezzo di una città nella città. Qui, infatti, nel quartiere di San Pietro, si concentravano gli immigrati di lingua tedesca, attirati dalle possibilità offerte dalla capitale del principato vescovile. Come in tutte le città d'epoca medievale e moderna, anche a Trento la presenza di comunità forestiere rappresenta un tratto costitutivo del tessuto demografico ed economico. Chi e quanti sono? Come vivono, come interagiscono con la loro città d'adozione, quali identità elaborano i tedeschi di Trento? Queste le domande cui si è cercato di dare risposta. Tra coesistenza e interazione, tra identità e integrazione, si osservano gli immigrati - gli stranieri - prendere possesso del quartiere, organizzarlo attraverso l'istituzione di enti assistenziali e corporativi, dargli colore con il costume e gli atteggiamenti. Vengono recuperate le vicende di una parrocchia in cui si realizza una doppia cura d'anime non scevra, nel tempo, di qualche tensione; si ricostruiscono i circuiti parentali e di amicizia; si considera il rapporto di convivenza dei tedeschi con la comunità ebraica e la sua drammatica metamorfosi nel 1475. Di alcune famiglie sono seguite con attenzione prosopografica la brillante affermazione e le diverse dinamiche culturali e identitarie che la accompagnano. Si osserva il comportamento politico degli immigrati e delle loro 'élites' nel continuo confronto con le istituzioni cittadine, con il governo vescovile e con le espressioni locali del potere tirolese: confronto conclusosi con il sostanziale fallimento delle ambizioni politiche dei tedeschi e sfociato nella formazione di un'ideologia, tardiva quanto tenace, dell'identità.
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