Debenedetti e il suo doppio. Una traversata con Marcel Proust
Il confronto con l'opera di Proust, come è noto, ha segnato in modo indelebile gli esordi di Debenedetti per divenire nel corso del tempo un appuntamento obbligato della sua riflessione, fino ai saggi più tardi. Questo studio non costituisce solo una ricostruzione minuziosa di ciascuna tappa di questo itinerario, anche attraverso documenti inediti ( il "Quaderno di lezioni" che viene assegnato al 1956); il suo maggior merito consiste nella paziente esplicitazione dei collegamenti che connettono il discorso su Proust con l'intero "sistema Debenedetti": il contenzioso aperto con Croce e la sua "Estetica"; gli incontri con Saba e Svevo; l'attenzione rivolta alla critica francese degli anni Venti e Trenta (Thibaudet e la NRF); l'insoddisfazione per gli esiti estremi dello sperimentalismo novecentesco e si aggiunga, va da sé, la presenza di Freud e della psicoanalisi. In tal modo il libro si configura nel suo insieme non come uno studio sistematico dell'opera di Debenedetti e tantomeno come un tentativo di estrarne una teoria o una metodologia generale contro le dichiarate intenzioni dell'autore, ma come una interrogazione di alcuni punti nevralgici che vengono ripetutamente messi alla prova e interrogati fino a ricavarne indicazioni cruciali e a delineare un percorso non rettilineo, ma illuminante, tale da fornire un insostituibile contributo alla conoscenza di uno dei più grandi critici del Novecento.
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