Una lezione di vita. Saraceno, la Svimez e il mezzogiorno

Una lezione di vita. Saraceno, la Svimez e il mezzogiorno

Il 1974 è un anno difficile per l'Italia. Alla crisi internazionale si sommano fattori politici, economici, sociali, interni negativi, accompagnati da gravissimi eventi eversivi. La Svimez, e il suo presidente Pasquale Saraceno, avvertono che è il Mezzogiorno d'Italia a rischiare di più. Nasce l'impegno, mantenuto per decenni, di presentare ogni anno un Rapporto sull'economia del Mezzogiorno, per radiografare la realtà ed esporla nei suoi effetti e nelle sue prevedibili conseguenze; un'analisi che, con gli anni, diventa sempre più amara. Perché si colmi il 'divario' non bastano gli interventi infrastrutturali e le agevolazioni finanziarie e creditizie alle imprese, pur utili se collocati in programmi pluriennali, senza soluzioni di continuità. Occorre soprattutto una programmazione nazionale, entro la quale i progetti per lo sviluppo civile ed economico del Mezzogiorno siano inseriti, come la prima delle priorità. Aiutare il Sud ad essere responsabile di se stesso, nel quadro delle complessive strategie nazionali d'avanzamento, diviene la condizione per la vera unificazione del Paese, il compimento dell'impresa risorgimentale. Dal 1974 al 1991, anno della morte, Saraceno guida e anima il piccolo gruppo di ricercatori che stendono i Rapporti, dandosi carico, finché le forze lo sosterranno, di leggere, nel corso delle presentazioni annuali, le "Introduzioni", tutte segnate dalla sua impronta.
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