La scrittura aforistica
Il volume, di taglio comparatistico, propone sei prospettive di ricerca ritenute particolarmente fruttuose per confrontarsi con la scrittura aforistica: scrittura "scorciata" per eccellenza, secondo la metafora viaria inventata (o reinventata) da Saba: Jean Lafond lega funzionalmente "Essais" e "Maximes" individuandoli come "l'ambito in cui viene messo in causa l'imperialismo della parola eloquente". Alain Montandon muove dalla più immediata esperienza fenomenologica nella lettura di un libro di aforismi, gli spazi bianchi, e ne analizza i sensi di cui si caricano. Il rapporto con la scrittura diaristica risulta cruciale anche nel saggio di Werner Helmich, che ha il merito storico di avere scoperto il variegato paesaggio dell'aforistica moderna in lingua francese. Il saggio di Giulia Cantarutti risale fino alle prime utilizzazioni dell'"Oràculo manual" in Germania, studiando la scrittura aforistica nell'età della "filosofia della vita". Gino Ruozzi presenta con efficaci esemplificazioni le forme proprie e improprie dell'aforisma nella letteratura italiana contemporanea. Il saggio di Maria Teresa Biason esamina le tematiche e la sintassi di questo genere oggi vitalissimo.
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