Crescita endogena ed economia aperta
Il volume ricostruisce un percorso di ricerca teorica ed empirica sui temi della crescita economica. Il filo conduttore che unisce i diversi capitoli è la domanda "per quali motivi i Paesi mostrano performance di crescita differenti?". Nel quadro di una società ove sta cambiando radicalmente sia il ruolo dello Stato, sia quello del mercato, la definizione degli 'ingredienti' alla base dello sviluppo appare sempre più problematica ed ambigua: alcune società seguono traiettorie di sviluppo totalmente diverse da quelle di altre. Un nuovo paradigma teorico propone originali ipotesi interpretative: la teoria della crescita endogena, ossia una crescita in grado di autogenerarsi, interpreta la crescita economica e sociale non più come la conseguenza prevedibile di attività pianificate, bensì come l'effetto secondario di una combinazione di circostanze che possono essere solo parzialmente oggetto di politiche di programmazione. Da ciò gli autori derivano un'importante prescrizione per il nuovo indirizzo della politica economica: nel quadro di una società 'globale' e di mercati sempre più integrati, definire aprioristicamente gli 'ingredienti' alla base dello sviluppo appare un'operazione di ingegneria sociale non solo intrinsecamente complessa, ma anche - forse - dannosa. Si fa pertanto strada l'ipotesi che il progresso economico e sociale possa essere perseguito solo con mezzi indiretti. In quanto sottoprodotto delle virtù civili, lo sviluppo richiede in primo luogo la capacità degli attori sociali deputati al governo dell'economia di agire secondo criteri di reciprocità istituzionale, di fiducia e di cooperazione, predisponendo le condizioni perché i circoli virtuosi della crescita endogena possano agire liberamente.
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