Le radici del male. L'antisemitismo in Germania: da Bismarck a Hitler
Il quadro completo dell'antisemitismo organizzato in Germania, dalla nascita del termine "Antisemitismus" a Berlino nel settembre 1879 sino al movimento di Hitler nella Monaco del dopoguerra. Sulla base di documenti inediti, viene individuata la figura - sinora trascurata dagli storici - del "grande vecchio" dell'antisemitismo tedesco, il vero anello di collegamento tra l'epoca bismarckiana e Hitler: Theodor Fritsch, l'autore del "Manuale della questione ebraica", letto da Hitler negli anni viennesi e che ha ispirato Himmler e Streicher. E' il personaggio che tenta di convertire Nietzsche all'antisemitismo, il primo a diffondere il materiale poi usato per "I Protocolli dei Savi di Sion", parlamentare con Ludendorff e ispiratore occulto della "Società Thule". Il capitolo più ampio è dedicato all'ebraismo orientale da Praga a Odessa e all'emigrazione transatlantica che passa per la Germania: qui emergono gli "spettri dell'est", cioè le immagini negative in cui confluiscono l'avversione e le ansie nei confronti degli "ebrei orientali" e del "pericolo slavo". Alla vigilia della prima guerra mondiale si è già conclusa la prima radicalizzazione dell'antisemitismo moderno, che porta al cambiamento di paradigma: dall'ebreo "errante" all'ebreo "mutante". La visione degli ebrei in quanto pericolosi "mutanti" è il vero, nuovo paradigma dell'antisemitismo moderno ed è all'origine dell'antisemitismo "eliminazionista", come dimostra anche l'analisi testuale di Mein Kampf.
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