Il prezzo della libertà. Storia dell'Europa centro-orientale dal medioevo a oggi
Chi fosse nato attorno al 1900 nella cittadina di Ungvar si sarebbe trovato nella singolare condizione di trascorrere infanzia e adolescenza come suddito dell'impero austro-ungarico, di diventare nel 1918 cittadino della Cecoslovacchia, nel 1939 di un effimero stato ucraino-carpatico, poi dell'Ungheria e infine dell'Unione Sovietica. Senza muoversi da casa, avrebbe insomma cambiato cinque nazionalità: un caso emblematico che esprime al meglio la turbolenza connaturata all'area d'Europa corrispondente a Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, vale a dire la fascia orientale del centro Europa, la zona di confine che si affaccia sull'Est. Questo libro traccia una storia unitaria dell'Europa centro-orientale, al di là delle separazioni nazionali. Si tratta in effetti di un'area che ha una storia comune, segnata da una marcata instabilità politico-istituzionale e, per converso, da forti identità etniche. Il resoconto prende le mosse dall'epoca medievale e giunge alla situazione attuale, scaturita da quella caduta dei regimi comunisti che ha restituito la regione alla sua posizione tradizionale di periferia dell'Occidente.
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