Adamocrazia. Famiglie di emigranti in una regione alpina (Svizzera italiana, XVIII secolo)
Al centro di questo libro è l'economia dell'emigrazione. Andando oltre le usuali considerazioni sul fenomeno migratorio (la povertà della montagna e delle valli), l'autore considera l'emigrazione come un sistema economico strutturato, originale e autonomo nella sua peculiarità. Si evidenzia, in questo modo, la divisione sessuale del lavoro fra chi resta e chi parte: da un lato le donne analfabete, impiegate nell'agricoltura locale, dall'altro gli uomini istruiti, che girano l'Europa, ciascuno con la propria specializzazione, a procurarsi il denaro necessario a integrare l'economia naturale delle donne. A tale sistema economico corrispondono tratti precisi dell'organizzazione sociale: in particolare per quanto riguarda le aggregazioni familiari, i modi di trasmissione dei patrimoni, la scelta della sposa o il celibato definitivo. Si tratta di scelte attraverso cui si chiariscono le strategie dei nostri antenati migranti. Luogo dell'indagine è la Svizzera italiana, una regione che da sempre si trova alle prese con l'emigrazione dei suoi uomini e che costituisce un'area geografica privilegiata per la verifica dei comportamenti socioeconomici legati all'emigrazione.
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