Rosso e grigio
"Ha scritto Roberto Battaglia, in una pagina autobiografica, di quegli intellettuali che attraversarono il fascismo considerandolo un errore di stile e accomodandosi in un proprio angolo di studiosa serenità. ""Homme de lettres"" votato alla bella pagina e alle buone letture, Andrea Damiano fu uno di questi. La fine della guerra pose però un termine a quella rassicurante secessione: lo sfascio del regime di Mussolini trascinava con sé, in realtà il paese intero. In questo suo diario, tenuto fra il novembre del 1942 e l'estate del 1945, Damiano condusse perciò un'acerba resa dei conti con la storia d'Italia e con se stesso. La rivelazione di una corresponsabilità propria e degli italiani nel fascismo e nella sua guerra fa del diarista Damiano un giudice severo della 'putrefazione' italiana, osservata giorno per giorno nella propria ""stasi morale"" e, intorno a sé, di un sopravvivere di un'umanità miserevole e piccina, di 'servi' pronti domani a festeggiare una liberazione cui non hanno contribuito. Nella prospettiva amarissima di questo esame di coscienza individuale e collettivo, il paese vive una tragedia senza catarsi. Pubblicato nel 1947 e riportato alla luce dopo oltre mezzo secolo di oblio ""Rosso e Grigio"" è una delle testimonianze più intense dell'Italia fascista e sulla crisi, morale prima che politica, che l'accompagnò."
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