Chi governa l'economia mondiale? Crisi dello stato e dispersione del potere
Tramontata l'epoca delle relazioni internazionali imperniate sugli stati e su altre istituzioni, come le banche centrali, che agli stati fanno capo, non esistono più frontiere entro cui l'autorità statale sia in grado di garantire sicurezza, sviluppo economico, promozione delle conoscenze. I mercati, le tecnologie, gli attori politici transnazionali sfuggono ormai al controllo degli stati e impongono logiche autonome. Quello che si delinea non è - secondo la pregnante analisi di Susan Strange - un governo mondiale come espressione di un nuovo ordine internazionale, ma una progressiva e disordinata dispersione del potere tra molteplici soggetti non statali. Dopo aver illustrato il declino dell'autorità statale, il volume propone alcuni esempi significativi di tale «dispersione»: le società di telecomunicazioni, le grandi compagnie di assicurazione, i cartelli d'imprese, le istituzioni economiche internazionali come la Banca mondiale o il Fondo monetario internazionale, senza dimenticare il ruolo della criminalità organizzata. In questo scenario di moltiplicazione delle fonti di autorità, gli stessi individui si trovano alle prese con quello che l'autrice chiama «problema di Pinocchio»: non più manovrati come burattini - dalla mano dello stato -, essi devono confrontarsi di volta in volta con interlocutori diversi ma ugualmente dotati di potere, si tratti di un governo, di un'impresa, di un'organizzazione internazionale.
Momentaneamente non ordinabile