Isteria tedesca, paura francese, insicurezza italiana. Psicologia di tre nazioni da Napoleone a Hitler
Scritta nel '43-44, a ridosso degli eventi che hanno sconvolto l'Europa, l'originale interpretazione che qui presentiamo delinea una serie di 'patologie' che avrebbero caratterizzato la psicologia politica di tre paesi, Germania, Francia, Italia, influenzandone le vicende nazionali e contribuendo al crollo dell'equilibrio europeo. Lungi dal costituire un tratto innato, le ricorrenti esplosioni d'isteria collettiva del popolo tedesco, ad esempio, sarebbero riconducibili, già a partire dall'invasione della Prussia da parte delle armate napoleoniche, a precise contingenze storiche su cui si sono raggrumati traumi, frustrazioni, desideri di rivincita: terreno fertile per la follia nazista. Nel caso della Francia la politica estera perseguita dopo la sconfitta prussiana di Sedan del 1870 lascia intravedere la grande paura che porterà alla demonizzazione del nemico e alla rivalsa morale espresse dal Trattato di Versailles. La malattia dell'ltalia, invece, risiede nella mancanza di fiducia in se stessa, un sentimento che ha le sue radici nella modalità con cui è stata raggiunta l'unità nazionale. L'astuta scelta dell'alleato, il legarsi giusto in tempo al vincitore diviene caratteristica politica saliente della nazione italiana, e ne informa i comportamenti sia nella prima sia nella seconda guerra mondiale. Una lettura stimolante che ci fa apprezzare una figura intellettuale tra le più significative del mondo culturale est-europeo.
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