Guerra senza bandiera
Guerra senza bandiera: cioè senza poter uscire allo scoperto dinanzi al nemico, senza dichiarare la propria identità; insomma guerra clandestina. E' questa la guerra che Edgardo Sogno ingaggia con il nazifascismo tessendo nell'Italia occupata, come un cospiratore carbonaro, la rete di una propria organizzazione partigiana, la "Franchi", indipendente e a diretto contatto con gli Alleati. Chi conosce, di Sogno, la successiva controversa carriera di paladino dell'anticomunismo, ritroverà facilmente in quella sorta di Rocambole della Resistenza che è il protagonista di queste memorie la medesima disposizione alla prova ardimentosa, alla provocazione, alla sfida, la medesima volontà di testimoniare con gli atti i propri convincimenti. I venti mesi di vorticosa attività partigiana del leggendario "Franchi" sono un va e vieni di armi e messaggi cifrati, un susseguirsi mozzafiato di arresti ed evasioni, missioni paracadutate, passaggi di frontiera, astuzie e ardimenti, coups de theatre e colpi di fortuna. Sogno incarna il modello individualistico e aristocratico del combattente, la sua è una singolar tenzone soggetta alle leggi dell'onore militare, al mito della destrezza e del coraggio, ma anche di questo si è nutrito il grande e composito moto della Resistenza, anche grazie all'azzardo avventuroso di uomini come Edgardo Sogno la liberazione si è compiuta.
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