Diario (1939-1945)

Diario (1939-1945)

Il 9 settembre 1939, una settimana dopo l'inizio della guerra mondiale, Drieu comincia a tenere un diario; vi scriverà, pur con interruzioni, sino al 14 marzo 1945, poche ore prima del suicidio. Questo diario, che vede ora la luce dopo cinquant'anni, accompagna dunque per tutto il suo corso la grande crisi della guerra e ne reca testimonianza da una prospettiva cui siamo poco accostumati: la prospettiva dei vinti. Nelle sue pagine si compone la lenta cronaca di una fine e sono scandite le tappe di una disfatta che è personale e collettiva. Furore e disincanto s'incontrano nell'oltranza negativa della riflessione di Drieu, che lega in un unico naufragio la propria carriera di 'dandy' e di scrittore, la Francia della 'défaite', quella di Vichy, la Germania nazista cui aveva fatto incarnare il proprio singolare 'europeismo': sicché in questo diario tragico e violento finisce per raffigurarsi la parabola di una generale crisi dell'Europa che oggi, a mezzo secolo di distanza, va acquistando una strana e inquietante attualità.
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