Prigioniera di Stalin e Hitler

Prigioniera di Stalin e Hitler

Margarete Buber-Neumann detiene un primato che pochi le possono contendere: l'avere toccato, fra il 1938 e il 1945, due delle principali stazioni dove si è scritta la vergogna del nostro secolo, il gulag sovietico e il Lager nazista. Il suo libro è la cronaca di questo singolare destino. Il racconto prende le mosse, a Mosca, dall'arresto di Heinz Neumann, dirigente del partito comunista tedesco caduto in disgrazia, e compagno dell'autrice. L'uno svanisce senza ritorno nei labirinti delle purghe staliniane; l'altra, come moglie di un 'nemico del popolo', è poco dopo arrestata a sua volta e condannata alla 'rieducazione' di un campo di lavoro nel Kazakistan siberiano. Ma nel 1940, a seguito del patto Ribbentrop-Molotov, la Buber-Neumann viene restituita alla Germania e destinata al campo di concentramento di Ravensbruck, dove rimarrà fino alla liberazione, il 21 aprile 1945. Per sette anni questa donna ammirevole ha saputo tener testa alla severissime prove dell'universo concentrazionario serbando la propria umanità, la propria dirittura, la propria capacità di amicizia; e da quella 'città dei morti' ha riportato non solo una denuncia dura e drammatica della degradazione e della violenza fatte sistema, ma anche il ricordo delle solidarietà, dei rapporti che nelle situazioni estreme resistono e diventano migliori, come testimoniano le intense pagine dedicate a Milena, l'"amica di Kafka" conosciuta a Ravensbruck. Se ci sono vite più di altre esemplari, la vita di Margarete Buber-Neumann è fra quelle; e il suo è uno dei grandi libri in cui si specchia il volto meduseo di un'età che è ancora la nostra.
Momentaneamente non ordinabile

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare