Tempo privato. Origine e struttura del concetto di tempo
Il tema affrontato in questo volume ruota attorno al significato del tempo in epoca moderna: come mutano le percezioni e l'esperienza del tempo, a livello sociale e individuale, in un mondo dominato dal culto della velocità e dalla illusione della simultaneità totale. L'unificazione delle misure del tempo, istituita col meridiano di Greenwich nel 1884, e il diffondersi delle tecnologie della comunicazione, se da un lato hanno accorciato le distanze anche sociali, dall'altro hanno dato vita a nuove disuguaglianze, ad esempio tra chi ha molto e chi ha poco tempo. E paradossalmente, l'abisso che separa i paesi in via di sviluppo dagli stati industriali aumenta nella misura in cui diminuiscono le distanze temporali e spaziali. Venuta meno la fede illuministica nel progresso e con essa la concezione lineare del tempo, il futuro ha perso la sua attrattiva ed è stato inghiottito da un presente dilatato. A sua volta, l'ingresso di nuovi soggetti nel ciclo produttivo introduce una diversa cultura del tempo che si scontra con quella maschile tradizionalmente unitaria. Si è così delineata, come ci racconta Helga Nowotny nella sua originale diagnosi sociologica, una nuova immagine del tempo, formata da differenti scale temporali, ciascuna espressione di peculiari esigenze di tempo privato, quel tempo cioè su cui l'individuo può esercitare la propria sovranità.
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