L'impero inquieto. La Germania dal 1866 al 1918

L'impero inquieto. La Germania dal 1866 al 1918

"Le cose terrene, imponenti e commoventi, che di solito possono essere descritte con strumenti umani, sono sempre imparentate con l'angelo caduto, che è bello, ma senza pace, grande nei suoi piani e nelle sue aspirazioni, ma senza successo, fiero e triste". Così Ottone di Brasmarck, il Cancelliere di ferro che resse le sorti della Germania in uno dei momenti cruciali della sua storia. Scrisse nel 1847, quando il nodo di rivoluzione e antirivoluzione, di stato nazionale e di consenso di massa cominciava a stringersi, le sue parole acquistano un sapore di profezia. L'impero tedesco, il grande Reich che sulla fine del XIX secolo sembra tenere in equilibrio il mondo, portava già in sé i germi del suo disfacimento. Con questo libro Sturmer propone una ricostruzione viva della storia della Germania imperiale e dei contraddittori fattori che misero a repentaglio l'intero equilibrio europeo. Fu la moderna società industriale, iscritta nell'abnorme dinamica dell'impero, a portare al collasso dello stato, investito dall'urto della modernizzazione, dal pluralismo politico, dall'emergere impetuoso dei movimenti di massa. Fu la posizione geografica dello stato forte di Bismarck, e poi della Germania guglielmina, al centro di uno schieramento di grandi potenze, a determinarne la fine. Se Bismarck tentò di bilanciare, fuori dai confini, la minaccia straniera attraverso una spregiudicata politica di alleanze, la pressione democratica, l'industrializzazione e la politica di alleanze, la pressione demografica, l'industrializzazione e la politica di potenza determinarono un inasprimento dei conflitti, accelerando il cammino del Reich verso l'esito fatale della prima guerra mondiale.
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