Conseguenze di un evento inaudito. I tedeschi dopo l'unificazione
La riunificazione degli stati tedeschi è avvenuta - grazie a una congiuntura storica straordinariamente benevola - prima che le due popolazioni potessero elaborare in comune il senso di questo repentino ricongiungimento. Ciò ha prodotto una torbida combinazione di risentimento e di presunzione: da una parte il ricordo del totalitarismo comunista si confonde con la crescente nostalgia per le scomparse forme di vita della società tedesco-orientale; dall'altra i tedeschi occidentali, sentendosi vincitori incoronati dalla storia, dimenticano che solo la spartizione della patria sconfitta ha garantito loro la possibilità di vivere in una democrazia. Alla divisione politica si è sostituita una profonda scissione interiore imputabile alle classi dirigenti e in particolare agli intellettualiche, all'Ovest, hanno trasformato la cancellazione della DDR in un "festival di autoconferma" e, all'Est, si sono abbandonati al trasformismo o a un ripiegamento intriso di rancore e di malinconica astensione dall'impegno politico.Così, quella che poteva essere, non solo, per la Germania ma per l'Europa intera, l'occasione di un confronto ispirato ai valori della tolleranza e del rispetto per la diversità, minaccia invece di distillare una nefasta miscela di invidia sociale, nazionalismo e xenofobia, che ricaccerebbe il nostro continente in "quello stupido secolo che fu l'Ottocento".Lepenies offre qui un aggiornamento senza reticenze della "questione tedesca", ricordando che la profezia di Tocqueville - Dio prepara per l'Europa un futuro di pace - si realizzerà soltanto quando i tedeschi avranno abbandonato il duplice vizio storico dell'autocontrizione e dell'autoesaltazione.
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