Criminalità e repressione nell'Europa moderna

Criminalità e repressione nell'Europa moderna

"La società prima crea i ladri e poi li punisce perché rubano", scrisse Tommaso Moro per mostrare la profonda relazione che esiste tra crimine e società: e, in effetti, gli studiosi dell'ultima generazione hanno messo in rapporto l'incidenza della criminalità con i movimenti demografici, l'andamento dei raccolti, persino con i grafici della temperatura. Il volume di Weisser rappresenta un profilo di storia sociale del crimine tra la fine del Medioevo e l'età moderna sino all'Ottocento. Riconoscendo al comportamento aberrante dell'ex-lege una propria logica interna, l'autore muove dall'ipotesi che l'attività criminale e i sistemi di pena riflettano i rapporti sociali, poiché il crimine è un effetto delle tensioni insite in tali rapporti e la pena ne è una risposta; incremento demografico, processo di urbanizzazione, deterioramento del tenore di vita nelle campagne e, più tardi, sorgere di una classe operaia e di un nuovo pauperismo sono per Weisser le cause che condussero, a partire dal Cinquecento, ad un vero e proprio incremento della criminalità. Tale incremento, cui corrisponde la nascita dei corpi di polizia e la centralizzazione delle giurisdizioni, viene poi indagato in rapporto al trionfo del diritto penale pubblico su quello privato e all'adozione di codici di pena sempre più severi.
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