Solitudo carnis. Vicende del corpo nel Medioevo
Dopo aver affrontato il rapporto dell'uomo con l'ambiente in "Quando il cielo s'oscura" e "La pietra viva", Fumagalli aggiunge un terzo capitolo alla sua perlustrazione della cultura e della mentalità medievali, illustrando la relazione dualistica per eccellenza tra spirito e corpo che ha ossessionato tutto il Medioevo - una relazione in cui entrano in gioco fattori non solo interiori e simbolici ma anche materiali, economici e politici. Anche qui il tema trattato - le vicende del corpo - è lo spunto per uno sguardo globale sul Medioevo: l'autore sceglie di farci prendere contatto con la materia attraverso una narrazione concreta, resa particolarmente viva da un uso sapiente, oltre che dei documenti storiografici, delle fonti letterarie e delle testimonianze figurative dell'epoca. Punto di partenza dell'indagine è la sfera religiosa, in cui la percezione del corpo ha assunto toni di grande sofferenza, violenza e furore mistico. Se nell'ideale ascetico del disprezzo della carne e del mondo la dimensione corporea è subordinata alle esigenze dello spirito e dell'intelletto, il Medioevo religioso ha elaborato atteggiamenti tutt'altro che univoci di fronte alla corporeità, di volta in volta respinta in nome di una rigoristica immagine di perfezione o accettata come dato naturale da sorvegliare e temperare con la castità monastica. Luogo di tutti i sintomi e le isterie, il corpo è anche il campo di battaglia del Demonio e delle sue tentazioni. Una lotta in cui tutto si mescola: automortificazione, ricerca della purezza, "superbia" dei casti o, all'opposto, esaltazione della fisicità come fonte di "piacere estetico". Un rapporto, quello tra spirito e corpo, non sempre e solo esasperato, come dimostra la visione più equilibrata di san Francesco secondo il quale il corpo-natura è manifestazione di Dio. Alcune pagine cruciali sono infine dedicate alla donna nel Medioevo e al suo ruolo sublimato tra carne e spirito.
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