Come pensano le istituzioni
Studiosa originale, sensibile a tematiche che oltrepassano i confini dell'antropologia, Mary Douglas in questo saggio affronta, ancora una volta, un tema capace di coagulare interessi diversi. Sotto il 'curioso' titolo del volume si cela uno dei nodi classici del pensiero sociale, il rapporto individuo-società, riformulato qui nella più sofisticata e radicale versione del rapporto mente-istituzioni, ovvero del ruolo dei processi cognitivi nella formazione del legame sociale. Ovviamente, ci avverte l'autrice, le istituzioni non pensano indipendentemente dagli individui che ne fanno parte. Eppure, cosa fa sì che singoli individui condividano categorie di pensiero che consentono loro di ordinare e dare un senso al mondo naturale e sociale? Il problema di come emerge un sistema di conoscenze, giudizi, valori, è, in realtà, lo stesso di come viene creato ogni bene colettivo: il consolidamento di un'idea, cioè, è altrettanto sociale che cognitivo, come, del pari, il consolidamento di un'istituzione è altrettanto intellettuale che politico ed economico. E' attraverso le istituzioni che si fissano le analogie, si riconosce l'identità, si crea la memoria collettiva e la dimenticanza, ed è attraverso le istituzioni che si prendono le più importanti decisioni che riguardano la vita e la morte degli individui. L'ampio spettro delle citazioni e dei riferimenti culturali, dalla sociologia della scienza alla psicologia cognitiva, dalla scienza politica all'economia e alla filosofia, fa da sfondo nel volume all'analisi dei dilemmi etici delle scelte quotidiane tra egoismo e solidarietà.
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