Fascismo, autarchia, commercio estero. Felice Guarneri un tecnocrate al servizio dello «Stato nuovo»
Grazie al ritrovamento dell'archivio privato di Felice Guarnieri, Luciano Zani ha potuto ricostruire la storia di uno dei grands commis di Mussolini, che, insieme a Beneduce ed Azzolini, guidò la politica economica del regime. Guarnieri fu il protagonista dell'adeguamento dell'Italia fascista alla nuova realtà del commercio internazionale nella crisi degli anni '30, creatore e manager di una nuova struttura dello Stato, nata come strumento di difesa e consolidamento della moneta, trasformata in organo di gestione, accentrata e programmata ai fini nazionali, di importazioni ed esportazioni, elevata infine al rango di Ministero degli Scambi e delle Valute (1937). Attraverso una ricostruzione, anche minuziosamente biografica, dell'attività pubblica di Felice Guarnieri, il lavoro si sofferma sui caratteri del passaggio dalla formazione liberale e liberista alla dimensione protezionista, autarchica e corporativa del fascismo degli anni '30, che riguarda non solo Guarnieri, ma un'intera generazione; affronta il dibattito corporativo sul rapporto, apparentemente contraddittorio, tra autarchia e commercio estero; valuta le novità, sotto il profilo amministrativo economico e politico, della trasformazione del commercio estero in una branca autonoma dell'amministrazione dello Stato.
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