Lettura di Kant
Costituito dalle lezioni su Kant che Charlie Dunbar Broad tenne a Cambridge nel 1950-51, questo volume vuole essere un commento puntuale, chiaro e scorrevole della "Critica della ragion pura", di cui vengono qui seguiti sviluppi interni, difficoltà e incongruenze. Per molti anni Broad esplorò la sfera psicologica del trascendentale kantiano, alla ricerca di un continente più vasto di quello della ricerca scientifica e della settorializzazione tecnica del sapere. Ma se egli restò immune dalla passione per l'analisi del linguaggio e della filosofia di Wittgenstein, comuni nella cultura anglosassone del primo Novecento, la sua non è neppure una lettura idealistica. Convinto che si possa interpretare unitariamente la "Critica della ragion pura" solo riformulandone le argomentazioni e gli interrogativi, Broad è interessato alla componenete psicologica della costruzione kantiana della conoscenza in quanto fondata sull'esistenza di alcune regole generalissime. Così, egli non ci propone tanto un'alternativa bensì uno sfondo più ampio rispetto alla logica simbolica e al linguaggio formale della scienza: quello sfondo che - a opinione di Broad, certo uno dei massimi studiosi dell'opera di Kant - sarebbe costituito da processi intellettuali o strutture innate di cui, appunto, la "Critica" kantiana cerca di rendere conto.
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