Felicità privata e felicità pubblica
In questa sorta di 'romanzo intellettuale' sulla dinamica del comportamento collettivo nelle società contemporanee, Albert O. Hirschmann va alla ricerca dei meccanismi di scontento che stanno alla base delle ampie oscillazioni del cittadino fra pubblico e privato: dai quieti anni Cinquanta, ai turbolenti anni Sessanta fino al disimpegno dei nostri giorni nato dalle delusioni degli anni Settanta. Privilegiando i fattori soggettivi, l'autore parte dall'analisi dell'individuo che, concentrato dapprima sul suo benessere privato, acquista, per soddisfare i suoi bisogni, ogni genere di beni. Ma che cosa succede quando egli, ottenendo ciò che pur desiderava, scopre con costernazione di non aver raggiunto la felicità attesa? La sua delusione lo spingerà probabilmente ad impegnarsi in qualche azione di interesse pubblico. Ma la storia non finisce qui. La vita nell'arena pubblica riserva anch'essa una quantità di delusioni: l'avvilito 'cittadino pubblico' ritorna al suo mondo privato, spinto dall'eccessivo - o troppo scarso - coinvolgimento che la vita pubblica gli richiede. Se nella teoria economica l'analisi del comportamento del 'soggetto razionale' è di gran lunga dominante, in questo libro l'autore si occupa degli uomini che sbagliano, che si ricredono, che adeguano le loro preferenze a esigenze e bisogni mutevoli. Hirschman offre così spazio alla complessità umana, ristabilendo quel contatto fra senso comune e analisi economica che, in conseguenza di un lungo processo di affinamento di quest'ultima, si è forse indebolito.
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