Forme e garanzie nel prisma dell'innovazione tecnologica
L'urgenza di preservare "continuità" e "qualità" della funzione giurisdizionale imposta dalla crisi pandemica potrebbe indurre a ritenere che proprio lì si debba collocare l'anno zero della gestione delle attività processuali tramite il ricorso alle "tecnologie dell'informazione e della comunicazione" (ICT). Muovendo dallo studio del contesto europeo in generale, e di due ordinamenti stranieri in particolare, il volume dimostra come il tentativo di "tematizzare" l'informatizzazione della multiforme dimensione processuale penale vanti, invece, genesi ben più risalenti. Ed è alla luce delle "evidenze" affiorate dalla ricerca sugli assetti sovranazionali e, soprattutto, dei canoni di garanzia europei e costituzionali che, sul fronte interno, prima si analizzano le soluzioni tecniche, legislative e giurisprudenziali approntate in un lasso di tempo lungo più di venti anni e poi ci si misura con l'orizzonte - così come tratteggiato anche dalla recente legge-delega di riforma - di un rito (auspicabilmente) capace di rigenerare se stesso attraverso un'ibridazione tecnologica "sostenibile" dal punto di vista valoriale.
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