L'ingratitudine nel diritto privato

L'ingratitudine nel diritto privato

L'opera chiarisce il concetto di gratitudine nel diritto privato, quale sentimento - valore sequenziale che deve diffusamente e stabilmente connotare le relazioni giuridiche, specialmente quelle gratuite e quelle familiari, per esercitare su di esse una funzione di controllo sociale. Solo, in alcune ipotesi, la riconoscenza assurge a valore giuridico ideale, meritevole di particolare protezione sul piano della disciplina positiva, ma non doveroso; per lo più, invece, essa costituisce l'oggetto di vere e proprie obbligazioni, con forza cogente. Il dovere di gratitudine può acquistare, volta a volta, le sembianze dei doveri di rispetto, di solidarietà, familiare e sociale, di restituzione e di ricompensare: la gratitudine diventa questi doveri e, al contempo, questi doveri esprimono il valore della gratitudine, così come modellato sul principio personalistico, che informa di sé l'intera Costituzione. In questa prospettiva è da considerarsi ingratitudine l'inadempimento delle obbligazioni di riconoscenza. Le condotte, positive o omissive, che ne rappresentino la violazione, determinano la soggezione a conseguenze giuridiche importanti. E vero che l'unico istituto codicistico ad ergersi a rimedio specifico contro l'ingratitudine è la revocazione della donazione, ma tale rimedio rappresenta solamente un modello, invero suscettibile di essere esteso a fattispecie fondate su quel medesimo valore, che giustifica le obbligazioni imposte, al donatario, dall'art. 801 cod. civ.
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