Licet emptio non teneat. alle origini delle moderne teoriche sulla CD. «Culpa in contrahendo»

Licet emptio non teneat. alle origini delle moderne teoriche sulla CD. «Culpa in contrahendo»

Il libro di Federico Procchi ruota attorno ad un problema più volte dibattuto, che riguarda la formazione del consenso, nei negozi ove questo è elemento determinante. E' un problema nitidamente enunciato durante l'Ottocento, ma già emerso nelle dottrine del diritto intermedio, nell'Umanesimo, nell'usus modernus Pandectarum. Esso può riassumersi in due domande. Che cosa avviene nella formazione di un contratto, quando si verifichi una discrasia, non consapevolmente perseguita, tra volere e dichiarazione? Come si rimedia all'errore essenziale, quando questo non sia determinato dal dolo altrui, ma da una più o meno accentuata negligenza dell'errante, tale da danneggiare la controparte? A queste domande aveva cercato di rispondere Rudolf von Jhering in un saggio del 1860, definendo l'ambito di applicazione del concetto di culpa nelle trattative contrattuali. Se l'errore di un contraente era imputabile alla sua negligenza, quale tutela giudiziaria poteva darsi a favore dell'altro, destinatario inconsapevole di una dichiarazione contrattuale non rispondente al volere del dichiarante? La rassegna analitica delle dottrine permette all'autore di collocare il problema messo a fuoco da Jhering entro una rete di interpretazioni e schemi tecnici lontani dalla giurisprudenza romana. Viene colta anche l'affinità di temi tra le culture giuridiche dell'area tedesca e di quella francese.
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