Diritto, scienza, nuove tecnologie
Nanotecnologie, biotecnologie, tecnologie dell'informazione e scienze cognitive sono i campi di maggior sviluppo scientifico e tecnologico. La loro convergenza promette di incrementare significativamente, nelle prossime decadi, le nostre capacità sensoriali e motorie, e di migliorare le interazioni tra la mente e le cose, tra individui e gruppi sociali. Alcune realtà sono direttamente frutto di questa convergenza, come la biologia sintetica o l'ambient intelligence (AmI); altre, tradizionali, acquistano una dimensione new tech, come la medicina, ormai tecnologizzata (comprese le tecniche di procreazione assistita) o come l'investigazione di polizia (che fa sempre più ricorso alla genetica e a nuove tecnologie). La privacy di tutti noi deve, poi, fare i conti con l'invadenza dei mezzi di comunicazione (AmISpace). Qualcuno prevede che, in alcuni decenni, l'umanità possa raggiungere una vera e propria "età dell'oro". Ci si può allora chiedere: la prossima età dell'oro avrà bisogno di una qualche forma di diritto? Il fiorire di queste tecnologie, però, non riduce la necessità di regole giuridiche, che, anzi, l'opinione pubblica europea sembra sempre più richiedere come condizione dell'accettazione degli sviluppi scientifici. Quale diritto riuscirà a dirimere i conflitti della prossima epoca delle converging technologies? Di questi argomenti si occupa il libro.
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