La coda dell'occhio. Appunti e disappunti di un giurista
Il libro esce alquanto dai consueti schemi contenutistici cui normalmente si attiene la collana. Lo stile dell'autore, brillante e pronto alla fulminea battuta, come si addice ad un giornalista un tempo anche radiofonico quale egli è pure stato, non manca di accattivare e dilettare il lettore, mentre al di là della forma, apparentemente e sempre scherzosa e faceta, si rivela tutta la ricchezza di una mente adusa all'approfondimento dei problemi, in ogni caso affrontati con adeguata metodologia e ricchezza di informazione. Naturalmente non evita di spuntare di frequente fra le pagine lo zampino, di vecchio gattone assopito - ma poi non troppo - come l'autore stesso con ammiccante autoironia ama definirsi, dell'illustre professore, da tempo pensionato, di diritto romano nell'Università, cui sono dovuti innumerevoli e ben noti scritti specialistici, da lui talvolta richiamati all'attenzione di un qualche, al momento sbadato, successivo studioso della materia da lui stesso già a suo tempo trattata.
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