L'Italia economica. Tempi e fenomeni del cambiamento (1861-1963)
Il libro delinea le grandi trasformazioni economiche che, nel corso di un secolo, hanno consentito all'Italia di passare dall'arretratezza allo sviluppo. Particolare attenzione è rivolta alla politica economica, che dall'iniziale orientamento liberista e agricolturista della Destra storica pervenne prima alle opzioni protezioniste e industrialiste dei governi di Sinistra, poi a quelle produttivistiche ed espansive dell'età giolittiana. La Grande guerra segnò una cesura rispetto alla crescita economica del primo '900 e preparò la fine dello Stato liberale e l'avvento al potere del fascismo. Del nuovo regime il volume evidenzia la discontinuità tra l'iniziale indirizzo economico di tipo neoliberistico e l'adozione, dopo il 1925, di una politica dirigistica applicata anzitutto agli ambiti monetario e agrario. Dopo il tragico epilogo della seconda guerra mondiale, la ricostruzione economica dell'Italia repubblicana si ispirò ai principi della libertà d'impresa e del mercato concorrenziale, riservando però un notevole peso alle partecipazioni statali e avviando insieme importanti riforme finalizzate al superamento del dualismo Nord-Sud. La stabilizzazione monetaria, l'adesione al sistema di Bretton Woods e la scelta occidentale furono decisive per l'entrata del Paese nei grandi organismi sovranazionali e per guadagnargli un ruolo non secondario nel circuito degli scambi internazionali, da cui del resto un'economia di trasformazione come la sua non poteva (e ancor oggi non può) prescindere.
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