Divisi. Politica, società e conflitti nell'America del XXI secolo
Come siamo arrivati fino a qui? Perché l’America è divenuta un luogo di conflitti così accesi e permanenti da far temere una guerra civile? La violenza estrema di questi ultimi anni – culminata nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e nel tentato omicidio di Donald Trump durante il suo comizio in Pennsylvania del 14 luglio 2024 – non è che la punta dell’iceberg. A monte ci sono trent’anni di “polarizzazioni americane”: vinta la guerra fredda, gli Stati Uniti sono a poco a poco scivolati in una condizione di scontro costante, in cui blocchi opposti combattono su aborto, tasse, sanità, istruzione, immigrazione, armi e diritti delle minoranze. Ma questa radicalizzazione politica, sottolinea l’autore, è stata creata, modellata e diretta dall’alto da imprenditori del consenso – soprattutto conservatori, e ben prima dell’ascesa di Trump – che hanno spregiudicatamente costruito le proprie fortune soffiando sul fuoco delle polarizzazioni sociali, culturali, razziali, economiche, religiose, territoriali. A ciò si aggiungono le contrapposizioni fra interessi materiali reali: corporation contro sindacati, minoranze emergenti contro revanscisti bianchi, super-ricchi contro classe media. Analizzando radici e caratteristiche di tale conflittualità, il libro intende poi verificare quali di esse trovano linfa in vicende tutte americane e quali interrogano anche le società e le democrazie europee. In tal senso, è anche un viaggio dentro di noi, “americani di riflesso”.