Difesa dell'attore Roscio-Contro Vatinio. Testo latino a fronte
Dopo il viaggio di istruzione in Grecia compiuto tra l'80 e il 78 a.C., Cicerone torna nel foro per occuparsi di alcune causae nobiles , fra cui spicca la Pro Roscio comoedo (76 a.C. ca) in difesa del noto attore accusato dal socio Fannio di non avergli corrisposto la quota di indennizzo per la morte dello schiavo Panurgo appartenuto in comproprietà a entrambi. L'arida materia di diritto privato è resa vivida dallo spaccato di vita che illustra aspetti interessanti della condizione sociale degli attori e dallo stile ironico e ammiccante con cui Cicerone, di fronte a un pubblico educato al gusto del teatro, prova a screditare Fannio affibbiandogli la maschera sudicia e riprovevole del lenone. Nell' Interrogatio in Vatinium (56 a.C.), pronunciata nell'ambito del processo a Publio Sestio di cui aveva assunto la difesa, Cicerone si scaglia con veemenza contro Vatinio, ex tribuno della plebe di parte cesariana che aveva testimoniato contro l'imputato. Poiché Vatinio nel 58 aveva appoggiato la proposta dell'esilio per Cicerone, l' interrogatio diventa un'occasione personale di rivincita sull'antico avversario, oggetto di una vituperatio denigratoria senza esclusione di colpi. Prefazione di Mariangela Scarsi.
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