Un papa d'inverno. Trionfi e conflitti nel pontificato di Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II è senza alcun dubbio un gigante del nostro tempo, uno di quei rarissimi grandi uomini che hanno modificato il corso della storia. Tuttavia gli ultimi anni del suo pontificato sono stati dolorosamente segnati dalla malattia e dalla vecchiaia. La sofferenza e le amnesie, la depressione e i vuoti mentali hanno fatto nascere più di un dubbio: un uomo così fragile, così debole, può guidare efficacemente una organizzazione così complessa, che governa un miliardo di fedeli? John Cornwell non toglie nulla agli straordinari meriti di Karol Wojtyla e al suo contributo determinante alla caduta del comunismo. Riconosce e apprezza l'uomo di fede e il politico coraggioso e lungimirante. Coglie il suo straordinario carisma, anche se avverte i rischi del culto mediatico della personalità. E non nasconde le ombre e i limiti di un papa che ha perseguitato chiunque derogasse dall'ortodossia ma ha gestito senza il medesimo rigore lo scandalo dei preti pedofili, e che ha condannato milioni di cattolici al rischio dell'aids. Soprattutto, Cornwell critica l'assolutismo di un uomo che non ha mai tenuto in conto il collegio dei cardinali, o qualunque altra voce che non fosse la propria. Mentre le forze del papa continuavano a diminuire, la chiesa, in un periodo storico così drammatico e significativo, è stata retta da una oligarchia che, nel tentativo di proiettare l'ombra di Giovanni Paolo II sul futuro, non è riuscita ad affrontare le sfide del nostro tempo. Così, argomenta Cornwell, la recente insistenza sui miracoli e sulle profezie millenaristiche finisce per contraddire la fiducia negli esseri umani, nei vincoli di responsabilità e solidarietà che nella Polonia comunista fecero di Solidanosc e di Karol Wojtyla una forza travolgente.
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