Mio suocero, il gin e il succo di mango
Ravi Kapoor, brillante e stimato medico indiano che vive in Inghilterra, è sull'orlo della crisi di nervi. Suo suocero Norman, cacciato dall'ennesima casa di riposo, è ormai ospite fisso nel suo appartamento. Una convivenza insopportabile, visto che l'anziano gentiluomo ha alcuni difetti: è prepotente, maleducato, egocentrico e, come se non bastasse, anche erotomane, come hanno imparato a loro spese infermiere e badanti. Ma come liberarsi di questo parente così scomodo e inopportuno? Proprio quando la situazione sembra irrimediabile, per Ravi si prospetta una soluzione tanto inattesa quanto insperata. Sonny, un suo giovane e intraprendente cugino, è rimasto nella natia India, a Bangalore. Perché non aprire proprio lì una casa di riposo per cittadini inglesi? In India rispettano gli anziani e grazie alla lunga consuetudine con l'Impero britannico conoscono usi e costumi degli occidentali. Oltretutto in India è possibile vivere dignitosamente e comodamente, sorseggiando del buon gin al succo di mango, con la propria pensione. Ecco quindi partire verso Bangalore un variegato gruppo di arzilli pensionati, capitanati da Norman: ci sono Dorothy, che lavorava alla BBC, l'incallita razzista Muriel ed Evelyn, una vedova molto timida, almeno in apparenza. Per tutti loro si apre la possibilità di una nuova vita e per qualcuno - perché no? - la scoperta che l'amore non conosce età ."Mio suocero, il gin e il succo di mango" è una commedia moderna, piacevole e godibile, che affronta, con uno sguardo sorridente ma benevolo temi antichi quali la vecchiaia, la solitudine, il difficile rapporto tra parenti e tra culture diverse. E suggerisce una soluzione paradossale - ma non troppo - ad alcuni dei nostri problemi.