Dialoghi con Albert Speer
Subito dopo il suo rilascio dal carcere di Spandau, dove era stato rinchiuso per scontare la pena inflittagli dal tribunale internazionale di Norimberga nel 1946, Albert Speer, l'architetto del Terzo Reich, stretto confidente di Hitler e dal 1942 ministro degli Armamenti del regime nazista, fu assistito da Joachim Fest, in veste di "consulente interrogante", nella redazione delle sue "Memorie" e dei "Diari di Spandau". Fra il 1966 e il 1981, nel corso di numerosi incontri, i due conversarono a lungo. Dopo ogni colloquio Joachim Fest annotava non solo tutto ciò che si erano detti, ma anche le pause e le incertezze di Speer, i suoi sbalzi d'umore, le espressioni del volto, i gesti. L'insieme di questi appunti offre una testimonianza diretta sugli avvenimenti che segnarono gli anni del nazismo in Germania e di Hitler al comando del Terzo Reich, ma anche lo spaccato di una personalità complessa ed enigmatica, come quella di Albert Speer, simbolo di coloro che scesero a patti con il regime nazista hitleriano in cambio di una fetta di potere. Gli appunti di Joachim Fest vengono ora pubblicati per la prima volta. Costituiscono un contributo importante per comprendere la psicologia della dirigenza nazista e testimoniano dell'abilità di Fest, della sua sensibilità nel trattare un personaggio come Speer, e la sua capacità di rendere con la scrittura tutte le sfumature di un dialogo difficile, segnato dalla diffidenza reciproca. "Dialoghi con Albert Speer" permette così di penetrare nella psicologia del delfino di Hitler, un uomo ricco di talento che però non seppe resistere alle tentazioni del regime e che continuò fino all'ultimo a difendersi dicendo di non essere stato a conoscenza delle decisioni più terribili prese dal Fuhrer e dalla sua cerchia.
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