Una perfetta giornata perfetta

Una perfetta giornata perfetta

Suona la sveglia e il protagonista di "Una perfetta giornata perfetta" inizia immediatamente a suicidarsi. E poi ricomincia, a ogni occasione, a ogni gesto, a ogni scelta, in maniere sempre nuove e via via meno prevedibili. Sotto la doccia, in ascensore, per la strada, il nostro fragile eroe trova un'infinità di modi per sottrarsi all'insopportabile pesantezza dell'esistenza. Va avanti così per l'intera giornata, in una esilarante sagra dell'autodistruzione. La 357 Magnum e il cocktail di barbiturici, le lamette da barba e le mine antiuomo piazzate sotto il pavimento di casa, la classica impiccagione, il salto nel vuoto si susseguono in un travolgente vortice di gag. Le manie e le meschinità dei nostri simili vengono ferocemente derise. La morte è sempre presente, come un ottuso ritornello, e al tempo stesso continuamente negata, come un fantastico e beffardo contrappeso alle miserie dell'esistenza. Lirico e surreale, in bilico tra la poetica dell'assurdo alla Boris Vian e le gag dei fratelli Marx o dei Monty Python, Martin Page - ribelle nella vita e virtuoso nella scrittura - lancia un grido d'orrore di fronte alle mostruosità della nostra vita quotidiana, e al tempo stesso un gigantesco sberleffo alle turpi delizie della modernità.
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