Il brodo indiano. Edonismo e esotismo nel Settecento
Nell'Europa del Settecento, il capriccio esotico per il caffè e per il "brodo indiano", cioè per il cioccolato, sono uno dei segni di una profonda trasformazione della moda, del gusto, delle buone maniere, alimentata dalle nuove tendenze filosofiche e, in generale, della modernizzazione del vivere sociale. Valendosi ancora una volta della sua prodigiosa erudizione, e della capacità di scoprire e far 'parlare' testi e documenti d'epoca, Piero Camporesi ricostruisce da par suo un nuovo capitolo di storia della mentalità e del gusto. La società in movimento che egli evoca in queste pagine sembra ansiosa di seppellire l'eredità dei secoli 'bui' e di elaborare stili di vita più agili e spregiudicati, rispetto a quelli formali dell'epoca barocca. Il gusto "riformato" detta le leggi della tavola nuova: una dieta leggera, razionale, dalla quale vengono bandite le droghe dell vecchia cucina, le carni viscide e pesanti, i sapori violenti e socialmente scorretti (formaggio, cipolla, aglio), gli aromi forti. Trionfa una cucina dell'occhio, più che del palato, che si indirizza a spiriti lievi e alacri, a dame delicate, notturne e disappetenti, in perfetta sintonia con la moda dell'attillato e dello snello, delle miniature preziose, delle eteree profumazioni vegetali.