I Luigi di Francia
Nel 1964, un anno dopo la pubblicazione della "Cognizione del dolore", ecco apparire "I Luigi di Francia", dove Gadda sembra distrarsi in un beato cammino all'indietro, lungo le pagine dei memorialisti, fino ai secoli fausti della Monarchia francese. Con modernissima ironia demoniaca e con il suo implacabile colpo d'occhio, lo scrittore segue e giudica le regolarità e le irregolarità delle passioni di re e popolani, borghesi e marchesi. Spensieratezza? No. Bastano poche righe ed ecco, tra un brivido e una risata, il Gadda di sempre che, con amore ma senza riguardi, si aggira tra le figure di una storia libresca, immobile, facendo talora il verso agli antichi cronisti, talora aggiungendo - ma quasi distrattamente - quella parola, quell'osservazione che subito ci rigettano nel caos della storia, nel suo straziante enigma, nella sua grottesca vanità.
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