Un'esperienza personale
Tutti lo chiamano Tori-bird perché come un uccello è sempre in fuga da tutto e da tutti. Subito dopo il matrimonio era scappato di casa e per quattro settimane di seguito si era ubriacato, minando per sempre la propria salute. Ora il destino lo ha posto di fronte a un caso che sembra troppo superiore alla sue possibilità: suo figlio è nato con una grave malformazioniìe cerebrale. Sbagliando, i medici dicono che il bambino morirà oppure, nella migliore delle ipotesi, che potrà avere solo una vita vegetativa.A volte Tori-bird si augura che il neonato muoia subito. Ma è davvero questo che vuole? Non è forse un altro modo per fuggire dalla realtà, come sempre? Del resto, se qualcosa lo trattiene sull'orlo del baratro, è proprio il pensiero di quell'infelice, della sua lotta solitaria. Ormai lo stesso destino lega padre e figlio: o la salvezza o la morte. Solo alla fine di una sconvolgente avventura interiore Tori-bird troverà la forza di decidere.Uscito nel 1964, "Un'esperienza personale" segna l'inizio del filone autobiografico che il grande scrittore seguirà negli anni successivi: il figlio menomato del racconto è infatti il figlio stesso di Kenzaburo Oe (oggi è diventato uno dei più grandi compositori del suo paese)."Un'esperienza personale" - oltre a essere una puntuale metafora del Giappone post-bellico - si spalanca a una pluralità di livelli di lettura. La parabola del piccolo uomo alle prese con sé stesso e con il proprio dramma famigliare diventa una spietata analisi della condizione umana nel secolo di Hiroshima: profondamente segnata da incubi e tragedie collettivi, pronta a gridare l'assurdità della sofferenza, e tuttavia in grado di ritrovare un nocciolo insopprimibile di speranza.
Momentaneamente non ordinabile