Dopo la passione politica

Dopo la passione politica

La democrazia sembra trionfare, dopo un secolo che ha visto i campi di sterminio nazisti e il crollo del comunismo nel 1989, la rivolta egualitaria del '68 e i diversi terrorismi. Ora siamo - si dice - alla fine delle ideologie, di un'epoca, della Storia. Tuttavia, di fronte al primato dell¿economia, il sistema democratico si rivela sempre più fragile, preso nella morsa di poteri corporativi (per esempio la magistratura), mentre la corruzione dilaga. Sembrano restare aperte due opzioni: inventarsi un nemico, un 'altro' contro cui scagliarsi; oppure, come sostengono i fautori della globalizzazione e delle terze vie, decretare la fine della politica, ridotta a pura tecnica di governo. In questo saggio lucido e appassionato, Josep Ramoneda rivendica invece la necessità umana ed etica di una politica che si misuri con la complessità del mondo, rifiutando le tentazioni nazionaliste e fondamentaliste. Come ha scritto Claudio Magris, "Ramoneda non solo riconosce l'assenza o l'eclisse di ogni fondamento assoluto su cui basare un sistema di valori, ma li considera un aspetto costitutivo e liberatorio della modernizzazione. (...) Proprio questa estrema laicità - che rifiuta ogni pathos, anche quello democratico, e rifugge da ideali assoluti e da progetti totalizzanti - gli permette di avventurarsi nel cuore della secolarizzazione, senza contrapporre baluardi metafisici, ma senza indulgere a quelle degenerazioni che trasformano così spesso la modernizzazione nella sua parodia". "Dopo la passione politica" è un manifesto privo di nostalgie, che capovolge molti assiomi del pensiero contemporaneo. Ci dimostra che siamo ancora molto lontani dalla fine della Storia, ma che solo il nostro impegno nella discussione democratica può permetterci di resistere alle pretese di un potere che si ritiene al di sopra di ogni limitazione, di non arrenderci all¿egemonia del denaro.
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