Il collo dell'anitra
"Dal collo dei colombi di Lucrezio a quello dell'anitra, è continua meraviglia il trasmutare dei colori a seconda della luce: così è della vita, degli spettacoli anche minimi del mondo. Conviene badare alla lettera (da cui, ci ricorda Mallarmé, deriva letteratura). Non di "anatra" infatti si parla, la quale s'appaga mirabilmente in stagni pascoliani, ma di "anitra", che in Dante chiama nella stessa sede ritmica "anima". Lettera della luminosità (e della trafittura) è "i": non si scrive "accipicchia che ridere Maria" senza rimemorazione dantesca." (Giorgio Orelli)
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