Verso le sorgenti del Cinghio
Con "Viaggio d'inverno", pubblicato nel 1971, Attilio Bertolucci confida di aver ritenuto conclusa l'epoca della sua poesia lirica, "mentre misteriosamente su un altro tavolo "ideale" nasceva e procedeva il romanzo (il poema?) che s'intitola "La camera da letto".E sul migrare (destinato, forse) della lirica di Bertolucci verso l'ampiezza insieme poetica e prosastica del poema non ci sarebbe molto da aggiungere.Tuttavia il destino non va confuso con un diktat: nessuna legge ha mai imposto che, con l'aprirsi del gran mare del romanzo, fossero aboliti gli improvvisi torrenti che, nel continuo camminare del poeta, si rivelano splendenti al suo sguardo e nei suoi versi: e di essi si fa emblema "il Cinghio amato", il torrente dall' "incantagione sinuosa" della lirica che dà il titolo a questo volume.A queste poesie, che negli anni dal '71 a oggi accompagnano in un moto pulsante, aritmico, lo sguardo amplissimo di un poeta che vive già 'dentro' il romanzo, si aggiungono altri versi, di composizione assai lontana, perduti e poi ritrovati da un amico "in una vecchia, polverosa scatola da scarpe", testimoni per tanto tempo silenziosi di uno dei periodi meno conosciuti della vita del loro autore.