Lo spettro di Anil
Con una scrittura insieme precisa e sinuosa, con Ondaatje riesce a trasmetterci la verità profonda dell'esperienza umana, sospesa tra mito e mistero: quella verità che forse possiamo incontrare solo attraverso un sapiente gioco di llusioni, come in un evanescente riflesso. «Un romanzo incandescente e indelebile... di pericolosa bellezza» – USA Today Dopo anni Anil Tissera torna nello Sri Lanka, dov'era nata e che aveva lasciato al termine della scuola, in qualità di medico legale per conto di una Commissione per i diritti umani. Suo compito è dimostrare che, in un paese devastato dalla guerra civile, a uccidere e compiere atti terroristici non sono solo i ribelli: anche uomini legati al governo torturano e fanno scomparire i presunti oppositori. A tale scopo Anil cerca di ricostruire le circostanze di un omicidio con l'aiuto di un archeologo locale, Sarath Diyasena, di cui fatica a interpretare le convinzioni e non riesce a capire la posizione nel conflitto. Ad attrarla è piuttosto il fratello minore di Sarath, Gamini: è medico come Anil, ma si occupa dei vivi, degli scampati, da qualunque parte stiano. Nel corso delle indagini compariranno altre figure indimenticabili, tra cui l'anziano e cieco Palipana, che a un certo punto della vita ha deciso di credere alle sue intuizioni più che ai dati di fatto, e Ananda, un tempo apprezzato artista ma ora, dopo il rapimento della moglie, indelebilmente ferito nell'animo. Un romanzo che parla di mistero, di radici, di identità, di un nemico senza volto, della ricerca di un passato nascosto.