Una tragedia vissuta. Scene di guerra civile

Una tragedia vissuta. Scene di guerra civile

Con il ritmo incalzante di una tragedia classica, Todorov ha ricostruito minuziosamente un episodio di guerra civile: una pagina trascurata dalla storiografia ufficiale e tuttavia simile a mille altre vicende, anche italiane. Il tempo è l'estate del '44, pochi giorni prima dello sbarco alleato in Normandia. Il luogo, una cittadina della Francia centrale. Resistenti, popolazione civile, miliziani e tedeschi sono i personaggi del dramma. La liberazione sembra ormai vicina, e i partigiani decidono di anticiparla occupando Saint-Amand-Montrond. La reazione del governo di Vichy e dei tedeschi è immediata. Si innesca così il meccanismo implacabile della cattura degli ostaggi, delle trattative inconcludenti e delle rappresaglie: un tragico braccio di ferro di cui fanno le spese soprattutto i civili, una lotta fratricida che avrà un esito catastrofico. Da tale successione di azioni e reazioni, narrata con assoluta verità documentaria, Todorov fa emergere una inquietante esemplarità. Nell'idealismo e nell'assolutismo dei fratelli nemici c'è un medesimo 'stile', dettato 'da un'etica della convinzione' anziché da 'un'etica della responsabilità', da una 'morale del sacrificio' e non dalla 'morale del rischio'. Quest'ultima, semmai, è assunta da alcuni civili che si fanno mediatori tra le parti avverse, più preoccupati delle sofferenze e della sorte delle persone reali e concrete che non dei principi astratti. Alla fine, il senso profondo della messinscena allestita da Todorov non è quello dei fatti, ma quello delle posizioni etiche assunte, nelle convulsioni della storia, degli esseri umani: vittime e carnefici, testimoni e protagonisti, eroi e vigliacchi.
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